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Scuola: cos’è, e cosa dovrebbe essere

 

Una raccolta di idee con cui spero di dare e stimolare degli spunti di riflessione su come migliorare la scuola.

 

Qual è la finalità della scuola?

L’istruzione? Cosa intendiamo per istruzione, e non serve qualcosa di più?

 

La scuola prepara gli individui di domani, le persone che manterranno e modificheranno il mondo nei prossimi anni.

L’importanza della scuola va ben oltre la conoscenza di informazioni.

Inoltre la scuola accompagna la crescita degli individui, per un periodo molto importante della loro vita.

 

La scuola non è un contenitore in cui aggiungere ingredienti per poi assaggiare il risultato. Non possiamo aggiungere educazione sessuale ed informatica, come fossero sale e zucchero, senza prima porci degli obiettivi globali ben chiari, senza prima preparare e formare le persone che dovranno insegnare queste materie.

 

I giovani fino all’età di circa 16 anni e oltre, sono impegnati nella scuola. Hanno a disposizione grandi risorse, date dai genitori che li mantengono e dalle istituzioni che creano strutture e programmi per loro. E’ come se vivessero di rendita con a disposizioni strutture e persone impegnate per migliorare la loro vita.

Eppure, nonostante la loro grandissima energia e positività naturale, gli studenti non sono pienamente soddisfatti della loro situazione. Tutt’altro.

Forse questo significa che dobbiamo cambiare qualcosa nella scuola.

 

E’ opinione diffusa che la scuola debba preparare al mondo del lavoro. Negli ultimi decenni il tempo di permanenza a scuola è stato aumentato notevolmente, come numero di anni e soprattutto come numero di ore. Anni fa la scuola terminava sempre prima delle 13.00, esclusa l’università. Ma all’aumento delle ore ‘consumate’ a scuola non è corrisposto un aumento della soddisfazione del mondo del lavoro nei confronti dei nuovi assunti. E’ sempre più diffusa l’idea che i giovani non sanno lavorare, non sanno introdursi nel modo corretto nel mondo del lavoro, non sono preparati a questo.

Non sono abituati al mondo del lavoro, dove il tempo deve essere impiegato per uno scopo ben preciso ed ogni ora deve produrre qualcosa. Lo stato dello studente è invece spesso più simile ad una latenza, quasi un letargo, in cui si attendono gli eventi passivamente.

 

Immaginiamo di reinventare la scuola, partendo da zero, senza preoccuparci di tradizioni, schemi, programmi ministeriali, ecc.

Svilupperemo un progetto, forse impossibile, forse no. Ma sarà una raccolta di idee che potranno fungere da spunto di riflessione per chi lavora nella scuola, per chi la vive, e soprattutto per chi decide le regole della scuola di domani.

 

Scuola: finalità

 

La scuola è stata spesso pensata come sistema per preparare al mondo produttivo, per creare delle macchine umane in grado di produrre.

Se concordiamo con l’idea di Mind, l‘obiettivo principale di ogni attività non è produrre, ma creare benessere in senso più ampio.

 

La scuola non deve essere un sistema per preparare al mondo del lavoro, ma un ambiente in cui gli individui vengono aiutati a fare un percorso che li porti ad un benessere globale, principalmente umano, oltre che culturale e produttivo.

 

Al primo posto ci deve essere l’individuo, le sue aspirazioni, la sua voglia di vivere, la soddisfazione personale, lo stimolo e il desiderio a svolgere attività positive e costruttive, in sintonia e accordo con l’insieme sociale e naturale che costituisce il nostro pianeta.

 

Se ad un ragazzo spieghiamo come usare una macchina per produrre motori, forse otterremo un bravo tecnico. Con il tempo questo tecnico potrebbe perdere il desiderio di lavorare, sentire i bisogno di un lavoro diverso, con un respiro più ampio. Con il tempo le conoscenze di questo individuo diventeranno vecchie e inutili, e lui con loro.

Se ad un ragazzo diamo l’entusiasmo di conoscere come si è arrivati alla invenzione della automobile, e come potrebbe svilupparsi nel futuro, avremo una persona che desidera crescere e trovare nuove soluzioni. Diamoli la voglia e la soddisfazione di creare qualcosa di suo e di nuovo, che sia anche una cosa semplice, come riprogrammare la centralina per aumentare la potenza della sua auto. Deve sentire che può creare qualche cosa di nuovo e costruttivo, che conoscere gli da questo potere. Questo ragazzo avrà il desiderio di tenersi aggiornato, di vedere nuove soluzioni tecnologiche, di applicare le sue conoscenze. Forse lavorerà nella stessa fabbrica dell’altro, ma ogni azione ed ogni lavoro saranno per lui uno stimolo a conoscere e migliorare. Sarà una persona soddisfatta del proprio lavoro, sempre aggiornato, sempre aperto a nuove soluzioni, sempre culturalmente giovane.

 

Ho insegnato matematica in una scuola superiore. Amo la matematica perché è la base di molte tecnologie. Molti studenti odiano la matematica perché non ne sentono l’utilità, non percepiscono il legame tra matematica e mondo reale.

Questa è la prima cosa che deve spiegare un insegnate di matematica: esempi di applicazioni pratiche. Prima bisogna creare il desiderio della conoscenza, poi fornirla. E’ inutile dare da mangiare a chi non ha fame, lo porteremo solo ad un rifiuto del cibo della conoscenza.

Come creare il desiderio di conoscenza?

Bisogna creare delle attività che siano stimolanti, e che per effettuarle siano necessarie delle conoscenze.

L’aspetto creativo è il fondamento dello stimolo alla vita ed alla crescita.

Dei bambini di 9 o 10 anni possono costruire, con l’aiuto di un adulto, una casetta in legno per giocarci e crearci un loro mondo. Sottolineiamo l’esigenza di fare un progetto, delle misure, dei calcoli. Applicheremo delle semplici formule, delle tecniche di disegno, cenni di chimica delle vernici, resistenza dei materiale, flessione del legno e sua resistenza, struttura di una trave. Con un semplice progetto possiamo creare stimoli per molte materie. E ricollegarci anche alla storia, come venivano costruite le capanne 30.000 anni fa, poi le case in legno, per arrivare fino ai grattacieli in ferro e vetro. Ma è essenziale lo stimolo iniziale, una esigenza concreta e positiva, che sia anche per un gioco ma che sia comunque un obiettivo piacevole, desiderato, immediato.

E gli esempi possono essere infiniti, ma devono sempre partire da un bisogno o desiderio immediato per creare la sensazione e la consapevolezza che stiamo lavorando per migliorare la nostra esistenza.

 

Uscire dal letargo

 

Molte persone vivono in uno stato di quasi letargo. Attendono il passare dei giorni senza fare niente per creare un domani migliore. E così il domani migliore non arriva mai, ed anche le speranze che possa arrivare con il tempo si spengono.

Non è importante passar tanto tempo a scuola, ma è importante come lo passiamo.

Se facciamo l conto alla rovescia su quando finiremo la scuola, significa che non stiamo vivendo bene questa esperienza. Perché non si può vivere aspettando un domani migliore, bisogna vivere il presente.

Uno sportivo che si allena per una partita non passa tutto il giorno a dormicchiare negli spogliatoi, ma si allena, molte ore al giorno, intensamente.

Ed oltre all’allenamento conduce una vita sana, che lo completa e lo appaga.

Professori che arrivano in ritardo, che non hanno preparato la scaletta delle cose da fare a lezione! Lezioni improvvisate, c’è persino chi fa leggere il testo agli alunni.

Non è questo il modo di lavorare, non è questo il modo di preparare la task force che cambierà il mondo. Non è così che possiamo trasmettere l’entusiasmo della conoscenza. Dobbiamo far sentire i nostri alunni protagonisti insostituibili del futuro. Come una task force che ha l’obiettivo di risolvere i problemi del mondo e migliorarlo.

Ma con questo non voglio colpevolizzare la classe insegnante, ho insegnato anch’io e non solo nelle scuole. Ma nemmeno puntare il dito contro gi studenti.

Voglio dire: possiamo fare meglio! Molto meglio!

Qualsiasi sistema, qualsiasi comunità, funziona bene se si basa su delle regole studiate bene.

Quindi insieme dobbiamo pensare a quali regole modificare nella scuola, per renderla migliore.

Pensiamo al rinascimento italiano. Si è usciti dal letargo culturale medioevale perché si sono create le condizioni che favorivano la cultura e la tecnologia, l’arte e la scienza.

Creiamo queste condizioni, ed avremo un nuovo rinascimento.

Ma ricordiamoci che il nostro obiettivo non è produrre meglio, o inventare nuove tecnologie. Questi sono solo dei mezzi importanti per avere degli uomini soddisfatti di quello che fanno, felici di dare un contributo costruttivo e positivo al miglioramento del mondo, in sintonia con il contesto sociale tecnologico, che raggiungono obiettivi riconosciuti e gratificati.

La tecnologia ci consente di produrre meglio e con meno fatica, consentendoci di avere il tempo e l’energia per dedicarci alla qualità della vita.

 

Nuove regole

 

Uniamo le nostre menti e creiamo le nuove regole della scuola. Da queste regole potrà nascere una nuova scuola, forse inizialmente come esperimento, forse dopo come applicazione specifica per un particolare obiettivo. Ma se funziona sarà un punto di riferimento.

O forse sarà solo un progetto un po’ fantascientifico che rimarrà tra i files di questo sito, ma che potrà comunque essere di stimolo ad alcune persone.

 

Ci sono degli esempi a cui ispirarsi.

(approfondire in Scuola Esperienze particolari)

Alcune aziende organizzano dei corsi intensivi di alcuni giorni per l’utilizzo di nuovi prodotti. Questi corsi sono molto concentrati, durano generalmente da uno a 5 giorni e sono pensati per persone molto impegnate professionalmente, tecnici di alto livello moto richiesti.

Per questa ragione sono così corti. Hanno dei costi che vanno dai 500 ai 1500 Euro al giorno. Il prezzo è comunque un aspetto commerciale che affronteremo dopo.

Questi fattori, alto costo e poco tempo a disposizione, fanno si che l’aspettativa da parte dei frequentatori sia molto alta.

Si crea una tensione mentale e psicologica che porta a vivere in una dimensione diversa. In tre giorni si apprendono tecniche e metodologie che poi applicheremo e svilupperemo per anni.

Personalmente ho frequentato diversi corsi di questo genere, e devo dire che sono spesso esperienze molto intense, che ti caricano positivamente con una energia grandissima.

Questi corsi vengono organizzati nei minimi dettagli. Ogni relatore ha dei tempi ben precisi e il cambio da un relatore a successivo è immediato, senza perdita di continuità. La preparazione di un intervento di 15 minuti può richiedere molte ore di lavoro. Niente è improvvisato.

Perché è l’intensità che ti carica, che ti dà energia. Che ti dà l’adrenalina e la sensazione che stai acquisendo nuove capacità, nuove potenzialità.

Dobbiamo dare intensità alla scuola.

Mi riconduco al film Top gun, abbastanza vecchio, ma l’immagine che voglio richiamare è quella di una scuola di piloti, i migliori piloti dell’aviazione. Uomini a cui sono affidate macchine da 30 milioni di dollari e dalle cui azioni può dipendere i destino di una nazione. Persone che devono dare il massimo delle loro capacità nel minor tempo possibile. Non c’è tempo per sbagliare, non c’è tempo in cui non fare.

Questa immagine crea adrenalina e voglia di vivere al mille per cento. Sottolineo l’aspetto della energia grandissima che nasce in queste persone per raggiungere obbiettivi apparentemente impossibili. L’ho vissuta personalmente in alcuni progetti, dalla scuola per diventare ufficiale di guerra elettronica nell’esercito italiano, ma anche in situazioni apparentemente più ‘normali’, come far partire un impianto per la lavorazione dell’alluminio in pochissimi giorni dopo che tre persone si erano arrese dopo mesi di lavoro. 20 ore al giorno di lavoro per 15 giorni, senza fermarmi nemmeno per mangiare o bere, mi veniva portato alla postazione di controllo in modo che non perdevo nemmeno un minuto. Alle 3 di mattina si andava a dormire, ed alle 7 si era di nuovo operativi. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.

E non è importante il quanto fosse importante e il perché, ma il come lo abbiamo fatto. Quelle erano le condizioni poste, le abbiamo accettate. E’ stata come una sfida. Una gara con il proprio orgoglio, la volontà di farcela. Il sapore della vittoria.

Può sembrare assurdo, ma esperienze di questo genere ti fanno capire che i tuoi  limiti sono molto oltre quello che comunemente si pensa, ed è come vincere una gara di formula uno, intensissima, ma poi la vittoria la assapori, in tutti i sensi, per molto molto tempo. Ti senti un eroe, ed anche senza vantartene, lo senti dentro, e chi ti conosce ti stima per i risultati che hai ottenuto.

Come degli atleti, dobbiamo provare a correre e a dare il massimo. Per non assopirci nel letargo della monotonia. Poi, raggiunti gli obiettivi, avremo il tempo e il modo di godere dei risultati ottenuti.

 

CONTINUA

 

 

 

 

Questo progetto è promosso da:

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Scuola: cos’è

l’istruzione non basta.

 

Scuola: finalità

La scuola non deve creare macchine per produrre, ma individui con la voglia di vivere e migliorare il mondo.

Il lavoro è solo uno dei mezzi per arrivare al benessere.

 

Uscire dal letargo

La scuola deve dare energia, entusiasmo, corraggio, iniziativa, desiderio, carica!

 

Nuove regole

Qual è o spirito con cui dobbiamo creare la nuova scuola?

 

 

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